a cura di
Matteo Maria Ciglia
“Avevo pochi anni. I miei nonni materni, Giovina e Attilio, mi portarono nella campagna che avevano lasciato per trasferirsi in città. Ricordo mia nonna intenta a cucinarmi un ovetto fresco, o mio nonno che mi lascia tra le mani un pulcino e mi fa sedere sul trattore mentre io immagino di viaggiare tra i campi. A questi ricordi si aggiunge un racconto su mio nonno paterno, Francesco: usava rifugiarsi in vigna per ritrovare gioia e serenità perduta. Così, da allora, la campagna è diventata per me un luogo sicuro e accogliente di a etti autentici, serenità, tenerezza”.
Comincia così la storia di Francesco Cirelli, imprenditore agricolo titolare dell’azienda “La Collina Biologica”, immersa nelle campagne abruzzesi lungo la Valle Piomba, all’interno della Riserva Naturale dei Calanchi. Dopo la laurea in Economia Aziendale, Francesco sente l’esigenza di un ritorno alla terra, nella quale affondano peraltro le sue radici familiari e, volendo sperimentare un tipo di agricoltura sostenibile, si trova ad “incrociare” la strada del biologico: “Non avendo un background formativo agronomico è stato molto importante avere a disposizione dei binari certi che fungessero da linee guida per iniziare la mia attività” – afferma Cirelli – “così ho fatto di necessità virtù, abbracciando appieno la filosofia biologica, ottenendo poi dal 2007, la certificazione per la mia azienda”. Porta avanti un’idea di azienda agricola multicolturale, in pieno stile “pre-industrializzazione” dell’agricoltura, coltivando anche chi, ulivi, vigne, farro, grano senatore Cappelli, ceci e fagioli. “La nostra è un’azienda agricola a ciclo chiuso” – continua Cirelli – “ed in questo ci aiutano molto le oche, coprotagoniste della serata che abbiamo intrapreso con Farmer: svolgono importanti funzioni quali il diserbo naturale e la concimazione del terreno”.
La Collina Biologica è stata ospite durante il secondo appuntamento di FARMER: “sono stato subito entusiasta di aderire a questo format” – conclude Cirelli – “perché per la prima volta noi produttori siamo stati parte attiva di un progetto enogastronomico, alla stregua degli chef. Mi ha molto colpito poi l’atmosfera che si è creata durante la serata, nella quale si sono toccati argomenti a mio avviso molto profondi, creando un bellissimo equilibrio tra la serietà del contesto e la leggerezza dello stare insieme”.