Il farmer protagonista di questa terza serata della rassegna è Alfonso d’Alfonso dell’azienda agricola Terre del Tirino. L’azienda ricade all’interno dell’area protetta del Parco Nazionale del Gran Sasso nelle splendide campagne di Capestrano, il rinomato borgo medioevale di particolare importanza storica per la presenza di siti archeologici nei quali è stato rinvenuto il Guerriero di Capestrano, antico e misterioso Re italico famoso in tutto il mondo.
Una realtà con tanti anni di esperienza sulle spalle, ma che ha visto da cinque anni un radicale mutamento, quando Alfonso e sua moglie hanno deciso di prendere in mano le redini della vecchia azienda di famiglia, convertendola al biologico e ai grani antichi.
“Attualmente coltiviamo 15 ettari di terreni in conversione biologica, di cui un ettaro come uliveto, un ettaro come tartufaia in produzione ed un altro come tartufaia di nuovo impianto.” – spiega d’Alfonso – “produciamo farro, grano solina, mais per polenta, ceci e fagioli “poverelli”, colture tradizionali del nostro territorio. Dalla prossima primavera avvieremo la produzione di piccoli frutti sempre con metodo biologico e naturale rispettando la biodiversità e la stagionalità delle colture. In ogni stagione si potranno visitare e condividere con noi le fasi di coltivazione, dalla raccolta delle olive alla produzione e raccolta degli ortaggi, dalla trebbiatura dei cereali, del mais e dei legumi alla ricerca degli asparagi selvatici e “dell’oro nero”: il tartufo.”
Un’azienda attenta ad avere sempre un approccio etico alla produzione agricola, che ha mostrato subito interesse per Farmer, aderendo senza esitazione all’iniziativa, ritendendola innovativa e avanguardistica.
“Noi di Terre del Tirino abbiamo subito accolto con entusiasmo la proposta di Farmer”- spiega d’Alfonso – “perchè pensiamo che sia un’idea vincente: affiancare i migliori chef del nostro territorio ai produttori delle eccellenze abruzzesi è un qualcosa di assolutamente nuovo. Per molto tempo infatti si è guardato troppo alla presentazione dei piatti, a scapito della qualità e della provenienza delle materie prime. Farmer in questo senso, rappresenta un enorme passo avanti in termini di crescita culturale, nell’ambito del settore enogastronomico italiano.”