a cura di
Matteo Maria Ciglia
Altro giro altra corsa: stavolta a deliziare i palati degli ospiti della serata è Cinzia Mancini, l’eclettica chef dall’animo artistico del ristorante “Bottega Culinaria” a San Vito Chietino.
Approda alla ristorazione giovanissima, quasi per caso, come lavoro stagionale per mantenere i suoi studi come stilista di moda allo IED: “ero un animo ribelle con tanta voglia di girare il mondo” – racconta Cinzia – “anche se l’attenzione alla tavola è comunque sempre stata molto presente nelle mie tradizioni, grazie ad una famiglia molto attenta alla qualità cibo ed alla cucina” prosegue la chef.
Una passione che nasce grazie all’incontro, avvenuto in cucina, tra la sua poliedrica creatività artistica ed un inaspettato appassionarsi all’enogastronomia di qualità. “Spinta dalla curiosità, ho iniziato a leggere riviste ed approfondire gli argomenti che più suscitavano il mio interesse e ho deciso di farmi le ossa tramite stage in diverse parti del mondo come Londra e Parigi e in diverse città d’Italia e dopo molto peregrinare, spinta e stimolata dalle mie splendide sorelle, ho deciso di aprire un ristorante tutto mio in Abruzzo”.
La Bottega Culinaria parte nel 2005 con una proposta gastronomica molto meno “spinta”, rispetto a quella odierna, ma che comunque non tradisce lo spirito artistico di Cinzia.
Con il passare del tempo la giovane chef inizia ad approcciarsi ad un modello di cucina molto meno ordinaria, frequentando diversi corsi professionali in vari ristoranti stellati in giro per l’Italia: “Ogni chef a cui sono approdata mi ha aperto un mondo, e man mano che mi specializzavo, ho notato che la mia creatività, da sempre insita nel mio modo di essere, trovava sfogo proprio in cucina” – prosegue Cinzia.
Con la (s)travolgente evoluzione della sua offerta culinaria, il ristorante perde una grossa fetta di affezionati clienti, conquistandone però molti altri, alla ricerca di sapori ed abbinamenti in linea con le tendenze contemporanee, proponendo piatti frutto di una lunga ricerca sul prodotto.
“Cerco sempre di far emergere le potenzialità nascoste della materia prima, scardinando il concetto ordinario legato al prodotto che sto trattando”- spiega Cinzia – “portando avanti una cucina creativa ed in costante evoluzione, senza fossilizzarmi su un’idea di cucina definitiva”.
Una donna dinamica Cinzia, che sogna una professione improntata quasi solo sulla ricerca, magari con un laboratorio che lavori sulle materie prime a trecentosessanta gradi, non limitandone l’applicazione nel solo ambito enogastronomico.
“Ho trovato Farmer una delle più belle ed interessanti iniziative in ambito del food, in quanto per me mettere in relazione chef e produttori è una proposta decisamente innovativa, oltre che piacevole. Spero che nelle prossime edizioni il progetto possa ampliarsi anche a livello di contenuti del dibattito perché è davvero una bella iniziativa”.